Bottega Arcobaleno
(CLOSED 2019)
domenica 9 gennaio 2022
giovedì 27 dicembre 2018
Il blog della bottega ha sospeso l'attività.
Chi desidera restare in contatto con la Bottega Arcobaleno di Pontremoli può cercare su facebook la pagina Bottega Arcobaleno - Agenda 2002
Proseguite a dar valore alle vostre scelte quotidiane.
Auguri solidali.
Chi desidera restare in contatto con la Bottega Arcobaleno di Pontremoli può cercare su facebook la pagina Bottega Arcobaleno - Agenda 2002
Proseguite a dar valore alle vostre scelte quotidiane.
Auguri solidali.
mercoledì 20 dicembre 2017
Buone notizie di fine anno
Buone notizie di fine anno, ed un buon augurio per tutto il movimento del commercio equo solidale.
– Comunicato Stampa –
Roma, 20 dicembre 2018 – Una nottata di discussione sulla legge finanziaria che ha portato un nuovo ed importante risultato per il movimento del Commercio Equo e Solidale Italiano. Grazie alla proposta di alcuni parlamentari attenti alle istanze del Fair Trade (tra cui l’On.Chiara Scuvera e l’On. Simonetta Rubinato), è stata approvata in Commissione Bilancio alla Camera l’istituzione di un fondo per il Commercio Equo e Solidale di un milione di euro a partire dall’anno 2018 e l’inserimento di meccanismi incentivanti per le imprese che partecipano a gare d’appalto pubbliche per la fornitura di servizi delle pubbliche amministrazioni.
Un passo significativo, che avviene dopo più di un anno dall’approvazione alla Camera della Legge sul Commercio Equo e Solidale e che ancora attende di essere approvata in Senato. E pochi mesi dopo l’inserimento del Commercio Equo e Solidale tra le attività di interesse generale nella disciplina sul Terzo Settore e sull’Impresa Sociale.
L’obiettivo più rilevante – l’approvazione della Legge – sembra oggi molto difficile da raggiungere, considerando l’imminente scioglimento delle Camere. Per questo motivo, l’inserimento di questo emendamento all’interno della legge finanziaria riconoscerebbe, seppure parzialmente, l’importanza del Commercio Equo e Solidale a livello italiano.
Le tre organizzazioni che rappresentano il Commercio Equo italiano (Equo Garantito, Fairtrade Italia e Associazione Botteghe del Mondo)hanno recentemente promosso una campagna di coinvolgimento dei sindaci italiani: 105 amministratori di città piccole, medie e grandi si sono mobilitati per sollecitare il Parlamento e chiedere la chiusura dell’iter legislativo per l’approvazione della Legge.
In attesa dell’approvazione finale della legge finanziaria, speriamo davvero che questo sia un primo passo verso la completa approvazione della Legge sul Commercio Equo e Solidale, una gestazione che dura da oltre 10 anni e che, nonostante l’ampio consenso, ancora non riesce a vedere la luce.
Attendiamo fiduciosi gli esiti delle votazioni finali per poter capire come andrà avanti il percorso per il riconoscimento del Commercio Equo e Solidale nel nostro Paese.
Info – Cristina Sossan – cristinasossan@equogarantito.org
martedì 24 ottobre 2017
Cioccolato amaro
La risposta di Fairtrade Italia al servizio di Report Rai 3 “Cioccolato amaro” sul cacao dalla Costa d’Avorio. Rispetto alle violazioni segnalate nel
servizio, Fairtrade Italia comunica che è già stata avviata la procedura di verifica delle cooperative
coinvolte e che Kavokiva (la cooperativa citata nel servizio) è stata decertificata nel gennaio di quest'anno.
23 ottobre
2017
Il 23 ottobre Rai 3 ha trasmesso un servizio
televisivo che solleva accuse di lavoro
minorile, problemi
ambientali e violazioni
dei requisiti di tracciabilità nelle cooperative Fairtrade
del Costa D’Avorio. Fairtrade ha preso in considerazione questa situazione in
modo molto serio.
Il giornalismo che
sottolinea le sfide affrontate dai contadini e lavoratori, inclusi i bambini e
i ragazzi, nelle catene di fornitura globali è il benvenuto per Fairtrade.
Fairtrade è stato costituito per supportare
le comunità marginalizzate e deboli, per rafforzare la loro
posizione nel commercio globale, per superare la povertà, l’ineguaglianza e le
difficoltà economiche.
LE COOPERATIVE CITATE DA REPORT
Una delle cooperative
menzionate nel programma è stata certificata Fairtrade nel maggio 2017 e
questo significa che è obbligata a rispettare gli standard economici, sociali e
ambientali di Fairtrade. Fairtrade
sta indagando rispetto ai casi denunciati nel servizio.
L’altra cooperativa è
stata decertificata dal
Sistema Fairtrade nel gennaio 2017. Le aziende che comprano da questa
cooperative sono state informate del fatto che alla cooperativa non è più
permesso di vendere a condizioni Fairtrade. Se Fairtrade viene a conoscenza di un uso non
autorizzato del Marchio, può intraprendere azioni legali nei suoi confronti.
FAIRTRADE E IL LAVORO MINORILE
Gli Standard Fairtrade
proibiscono in maniera assoluta il lavoro minorile come viene definito dalle
Convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sullo
sfruttamento del lavoro minorile (C182) e sull’età minima (C138). Questi sono requisiti di entrata e ciò
significa che un’organizzazione che non li rispetta non può essere certificata
Fairtrade.
Fairtrade International
riconosce la distinzione dell’ILO
tra manodopera minorile e lavoro minorile. In
quest’ottica, non tutto il lavoro svolto dai bambini può essere classificato
come manodopera infantile. All’interno della famiglia e delle aziende più
piccole, un bambino può svolgere lavori
leggeri(ad esempio, un lavoro che non minacci la sua salute e
sicurezza, ostacoli la sua educazione o che costituisca un orientamento o un
corso di formazione al lavoro) purché questo sia in linea con gli Standard
Fairtrade in relazione al lavoro infantile, ovvero che i bambini non maneggino sostanze pericolose, chimiche o che eseguano compiti fisicamente pericolosi, che
il lavoro non interferisca con la
loro educazione o il loro benessere fisico, emotivo o
psicologico e che siano controllati da un membro della famiglia o da una
persona che li sorveglia.
Per ulteriori informazioni:
FAIRTRADE E IL PROBLEMA DELLA DEFORESTAZIONE
Gli Standard Fairtrade
includono anche requisiti
restrittivi per evitare la deforestazione che devono
essere seguiti dall’inizio della certificazione. I produttori Fairtrade devono
evitare di avere impatti negativi sulle aree protette per legge e sulle aree di
alto valore conservativo per la comunità locale e sono incoraggiati a
proteggere la biodiversità in quelle aree permettendo la rigenerazione della
vegetazione naturale. È obbligatorio che rispettino le leggi nazionali.
Per maggiori informazioni
sugli Standard Fairtrade per i
piccoli produttori: https://www.fairtrade.net/fileadmin/user_upload/content/2009/standards/documents/generic-standards/SPO_EN.pdf
CACAO FAIRTRADE E CACAO NON FAIRTRADE
Prima che la cooperativa
venda il suo cacao per la trasformazione, deve essere obbligatoriamente
separato da cacao non Fairtrade per tutto il tempo necessario. Ad esempio,
quando il cacao è stato raccolto, conservato e trasportato. Questo procedimento
è controllato in modo regolare. Ogni miscuglio con cacao non Fairtrade prima
dello stadio di lavorazione sarebbe una violazione degli Standard Fairtrade e
porterebbe a sanzioni.
FAIRTRADE È UN ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE INDIPENDENTE
Fairtrade gestisce un
rigoroso, indipendente Sistema di certificazione in linea con le migliori
pratiche di certificazione. Il rispetto degli Standard Fairtrade è monitorato
da FLOCERT, un ente indipendente che certifica per il Sistema Fairtrade. Anche
se la certificazione è un importante strumento per il controllo richiesto dagli
Standard, nessun Sistema di
certificazione può garantire il 100 per cento del rispetto dei criteri.
FLOCERT sospenderà o decertificherà una organizzazione di produttori dove i
criteri più importanti siano stati violati. Fairtrade lavora anche con i
produttori per supportarli nell’affrontare i problemi e dare loro l’opportunità
di migliorare nel tempo.
Fairtrade ha una procedura formale di segnalazione delle non
conformità attraverso la quale chiunque può segnalare le
violazioni degli Standard Fairtrade. Noi vorremmo incoraggiare i giornalisti ad
usarla per condividere ogni prova, specialmente riguardo ai produttori
certificati Fairtrade in Costa D’Avorio, in modo che un certificatore
indipendente possa fare ulteriori indagini: https://www.flocert.net/about-flocert/vision-values/quality-and-appeals/.
FAIRTRADE IN SITUAZIONI A RISCHIO
Fairtrade lavora in molte
situazioni a rischio perché crediamo
che siano quelle in cui quello che facciamo è più necessario.
Siamo impegnati a continuare, per rafforzare le comunità di contadini
dell’Africa Occidentale, in modo che essi stessi possano guidare il proprio
cammino in direzione di un livello di vita sostenibile.
COSTA D’AVORIO: QUAL È LA SITUAZIONE DEL CACAO
FAIRTRADE?
Solo l’1,2% del cacao
commercializzato a livello mondiale è venduto a condizioni Fairtrade.
Nel mondo Fairtrade lavora
con 196.000 piccoli produttori di cacao, di cui circa 32.500 sono in Costa D’Avorio.
Grazie a Fairtrade solo nel 2015 questi produttori hanno ricevuto 9 milioni di
euro di Fairtrade Premium che è servito in attività volte al rafforzamento
delle comunità. Solo se ci saranno organizzazioni più resilienti e con più
capacità di far valere il proprio lavoro nelle trattative commerciali, sarà
possibile assicurare maggiori diritti ai lavoratori del settore e nel lungo
periodo potranno trovare delle soluzioni per situazioni come il lavoro
minorile, così profondamente radicate nella cultura, nella mentalità e nelle
abitudini del Paese.
Il lavoro minorile è una
delle conseguenze della povertà e quello che cerca di fare Fairtrade è lavorare
sulle cause che contribuiscono a questa situazione.
Il 90% del cacao mondiale è
coltivato da circa 5-6 milioni di piccoli contadini. Il Costa D’Avorio è uno
dei principali paesi produttori ma molti contadini qui vivono con meno di 1$ al
giorno.
Ad oggi in media i
coltivatori di cacao ricevono circa solo il 6% del prezzo che il cioccolato è
pagato nei paesi di consumo, rispetto al 16% degli anni ‘80.
COME SI FINANZIA IL SISTEMA INTERNAZIONALE FAIRTRADE?
Il Sistema internazionale di
certificazione si finanzia principalmente attraverso i costi di licenza e i donatori istituzionali.
Le aziende pagano una
licenza per l’Utilizzo del Marchio FAIRTRADE su ogni prodotto certificato
Fairtrade. Tale licenza è raccolta dall’Organizzazione Nazionale Fairtrade (es.
Fairtrade Italia) che corrisponde una quota a Fairtrade International per
coprire le spese per l’elaborazione degli Standard e tutti i servizi globali, e
per i Network dei produttori agricoli per programmi e supporto alle
organizzazioni.
In aggiunta Fairtrade
accetta donazioni da partner, ad esempio agenzie per lo sviluppo governative,
per portare avanti programmi per i produttori Fairtrade. Ecco la lista delle
organizzazioni Partner di Fairtrade da cui Fairtrade ha ricevuto
finanziamenti disponibile sul nostro sito.
C’è inoltre un costo annuale
pagato da produttori e aziende a FLOCERT per coprire i costi di certificazione come gli
audit.
Il bilancio integrale con le
entrate e le uscite è disponibile sull’ultimo Report di Fairtrade
International: https://annualreport16-17.fairtrade.net/en/financials/
CHI GOVERNA IL SISTEMA INTERNAZIONALE FAIRTRADE?
Il Sistema internazionale
Fairtrade è gestito dall’Assemblea
Generale e dal consiglio
dei direttori. L’assemblea generale si incontra annualmente per
prendere le decisioni, approvare il bilancio annuale e ratificare il nuovo
consiglio dei direttori. I membri sono per il 50% rappresentanti dei network
dei produttori e per il 50% Organizzazioni nazionali di Marchio. Ci sono anche
assemblee annuali di ciascuna iniziativa Nazionale Fairtrade e dei tre network
dei produttori.
Il consiglio dei direttori è il
principale organo decisionale di Fairtrade International perché sovrintende la
strategia di Fairtrade e mette a punto I prezzi minimi Fairtrade, il premio e
gli standards. Il Consiglio è eletto dall’assemblea generale e include 4 membri nominati dai Netowrk dei produttori,
4 nominati dalle iniziative nazionali Fairtrade e tre membri indipendenti del
consiglio.
Per ulteriori
informazioni: https://www.fairtrade.net/about-fairtrade/fairtrade-system/board-members-general-assembly.html
LE GRANDI AZIENDE HANNO UN RUOLO ALL’INTERNO DI
FAIRTRADE?
Anche se Fairtrade è
orgogliosa di essere un importante partner di sostenibilità per le aziende e
lavora con loro per rendere più equo il commercio, il cuore del nostro lavoro è l’empowerment dei
contadini e dei lavoratori, in modo che abbiano un maggior
controllo sulle loro vite e possano guidare il loro personale percorso di
sviluppo. Le aziende non sono rappresentate nell’Assemblea generale di
Fairtrade o nel consiglio di amministrazione e di conseguenza non prendono
parte ai processi decisionali. Le aziende come altri stakeholder sono invitate
a partecipare a consultazioni pubbliche quando gli standard sono in fase di
sviluppo. I Fairtrade Standard sono messi a punto seguendo
il ISEAL Code of Good Practice on
Standard Setting.
Questo processo implica la
consultazione con gli stakeholders, inclusi produttori, aziende di
trasformazione, distributori, le figure chiave dello staff di Fairtrade
International, le organizzazioni dei membri e FLOCERT. Le decisioni sugli
standard Fairtrade sono prese dal Comitato per lo sviluppo degli Standard di
Fairtrade International, un Comitato eletto dal Consiglio di amministrazione di
Fairtrade International che include i rappresentanti dei produttori.
CHE COSA DICE LO STANDARD PER I PICCOLI PRODUTTORI IN
MERITO ALLE NUOVE COOPERATIVE E AI LORO PERCORSI DI IMPLEMENTAZIONE?
Lo Standard per i piccoli produttori spiega
nel dettaglio chiaramente quali requisiti sono fondamentali e quali devono
essere implementati all’inizio della certificazione. Inoltre, delinea i
requisiti di sviluppo che devono essere ottemperati in seguito alla
certificazione. I requisiti come il divieto assoluto di lavoro minorile, come
definito dalle Convenzioni dell’International Labour Organization (ILO) sulle
peggiori forme di lavoro minorile (C182) e l’età minima (C138) sono requisiti
di entrata.
Ciò significa che
l’organizzazione che non li rispetta non può essere certificata Fairtrade. Lo
Standard per i piccoli produttori include anche requisiti stringenti per la
protezione della biodiversità e le aree protette che devono essere rispettati
dall’inizio della certificazione.
I produttori Fairtrade non
devono avere impatto negativo sulle aree legalmente protette e sulle aree ad
alto valore di preservazione scelte dalle comunità locali e sono incoraggiate
ad accrescere la biodiversità in quelle aree, permettendo la rigenerazione
della vegetazione naturale. È
obbligatorio il rispetto delle leggi nazionali.
Per maggiori dettagli sugli
Standard per le organizzazioni di piccoli produttori: https://www.fairtrade.net/fileadmin/user_upload/content/2009/standards/documents/generic-standards/SPO_EN.pdf
È PERMESSO L’UTILIZZO DI MAGAZZINI NELLE AREE FORESTALI?
No, se significa che devono
essere tagliati gli alberi in un’area protetta dalla legge o in un’area ad alto
valore di conservazione.
CHE TIPO DI LAVORO MINORILE È PERMESSO O NON PERMESSO
SOTTO I 15 ANNI, IN ACCORDO AGLI STANDARD FAIRTRADE?
Fairtrade International
riconosce la distinzione dell’ILO tra manodopera minorile e lavoro minorile. In quest’ottica, non
tutto il lavoro svolto dai bambini può essere classificato come manodopera
infantile. È accettabile che i bambini possano svolgere del lavoro che non comprometta la loro salute e il loro
personale sviluppo o interferisca con il diritto allo
studio e che possa avere un impatto positivo sul loro sviluppo. Attività come
l’aiuto dei genitori in casa o nei campi, svolte alla presenza di un adulto al
di fuori dell’orario scolastico o durante le vacanze e che non causino
sfruttamento o che non siano svolte in maniera clandestina non vengono
considerate come sfruttamento della manodopera infantile.
Queste attività circoscritte
a situazioni note, forniscono ai bambini competenze ed esperienza e li aiutano
a diventare membri attivi della società nell’età adulta. Tuttavia, all’interno
della famiglia e delle aziende più piccole, un bambino può svolgere lavori
leggeri (ad esempio, un lavoro che non minacci la sua salute e sicurezza,
ostacoli la sua educazione o che costituisca un orientamento o un corso di
formazione per il lavoro) purché questo sia in linea con gli Standard Fairtrade
in relazione al lavoro infantile, ovvero che i bambini non maneggino sostanze
pericolose, chimiche o che eseguano compiti fisicamente pericolosi, che il
lavoro non interferisca con la loro educazione o il loro benessere fisico,
emotivo o psicologico e che siano controllati da un membro della famiglia o da
una persona che li sorveglia.
Per ulteriori
informazioni: https://www.fairtrade.net/fileadmin/user_upload/content/2009/programmes/2015-fairtrade-child-forced-labor-guidelines.pdf
FAIRTRADE E LA TRACCIABILITÀ
La maggior parte dei
prodotti Fairtrade è tracciabile fisicamente. Ciò significa che lungo tutta la
filiera dal campo fino allo scaffale del negozio i prodotti Fairtrade sono
tenuti separati dai prodotti non Fairtrade.
Tuttavia, nel caso del
cacao, lo zucchero, il tè e il succo d’arancia è molto difficile avere una
tracciabilità ad ogni passaggio della filiera. Questo succede perché i produttori
sono organizzati per lo più in strutture piccole che non dispongono degli
impianti che si occupano della lavorazione del prodotto dopo il raccolto. Così
il raccolto viene conferito a delle strutture esterne alle organizzazioni
(centri di raccolta o altro) e mischiato assieme a quello degli altri
produttori locali, e a questo punto avvengono determinati processi produttivi
(ad es. la fermentazione nel caso del cacao). Bloccare la lavorazione a questo
stadio per isolare i volumi Fairtrade, che sono molto piccoli, avrebbe un costo
che porterebbe i prodotti fuori mercato.
Affinché i produttori
abbiano accesso al mercato dei consumatori che scelgono di sostenere le
organizzazioni certificate, Fairtrade (come altri operatori del settore) si
avvale di un sistema di tracciabilità che si chiama “bilancio di massa” o “mass
balance”. Il prodotto Fairtrade può essere mischiato al prodotto non Fairtrade
durante la lavorazione, tuttavia lungo la filiera vengono controllati gli
esatti quantitativi di materia prima venduti a termini Fairtrade.
Questo processo assicura che
i quantitativi di ingrediente contenuti nel prodotto finale corrispondano ai
quantitativi usciti dalle organizzazioni dei produttori e in base a questo ai
produttori è assicurato il Premio Fairtrade corrispondente. Vista la situazione
di povertà in cui lavorano molte organizzazioni Fairtrade, e l’urgenza di
assicurare loro migliori condizioni commerciali, questa è una soluzione pratica
che consente alle aziende di collaborare comunque con Fairtrade perché
altrimenti le organizzazioni non avrebbero sbocchi commerciali.
Sulle confezioni dei
prodotti sono presenti comunicazioni differenti nel caso di prodotti
tracciabili fisicamente o documentalmente. Quando possibile, Fairtrade spinge
le aziende alla tracciabilità fisica.
http://www.fairtrade.it/blog/fairtrade/fairtrade-risponde-al-servizio-di-rai-3-cioccolato-amaro-sul-cacao-dalla-costa-davorio/
Da leggere anche il seguente focus sul cacao dalla Costa d'Avorio:
http://www.fairtrade.it/blog/fairtrade/costa-davorio-la-situazione-del-cacao-fairtrade/
Da leggere anche il seguente focus sul cacao dalla Costa d'Avorio:
http://www.fairtrade.it/blog/fairtrade/costa-davorio-la-situazione-del-cacao-fairtrade/
sabato 2 settembre 2017
1,66 milioni di motivi per scegliere un prodotto Fairtrade
Le scelte quotidiane di ciascuno possono fare la differenza, ma tutti insieme possiamo avviare una vera e propria rivoluzione. Grazie ai tuoi acquisti, Fairtrade ha già dato una nuova opportunità a 1,6 milioni di agricoltori nel mondo, cambiando la loro vita, ma molto possiamo fare ancora.
Ogni giorno, facendo la spesa o nei tuoi momenti di pausa, puoi compiere un gesto responsabile scegliendo i prodotti certificati Fairtrade. Cioccolato, tè, caffè, frutta fresca, ma anche palloni, capi d’abbigliamento, fiori: cerca e scegli il marchio Fairtrade per i tuoi acquisti quotidiani. Anche grazie ad una semplice tazzina di caffè, potrai fare la tua parte per un mondo migliore.
Etichette:
commercio equo,
consumo critico,
fairtrade
mercoledì 12 luglio 2017
Ero straniero. L'umanità che fa bene
Babel e Bottega Arcobaleno - Agenda 2002 aderiscono alla campagna Ero straniero - L'umanità che fa bene.
La raccolta firme si terrà tutti i Giovedì, dal 13 Luglio al 10 Agosto, dalle 20.30 alle 23 in Via Garibaldi a #Pontremoli.
La sintesi della proposta di legge si può leggere a questo indirizzo: http://bit.ly/2tHKzT7
domenica 26 febbraio 2017
Iscriviti a:
Post (Atom)