venerdì 12 settembre 2014

Arci Babel: combattere la povertà non i poveri

Questa lettera aperta inviata dal Circolo Arci Babel - La casa dei popoli al Sindaco di Pontremoli in merito alla delibera anti-accattonaggio merita di essere condivisa e pubblicata.

"Apprendiamo che il Sindaco di Pontremoli, lo scorso sabato 6 Settembre, ha firmato l'ordinanza n°113/2014, nella quale sostanzialmente vengono imposti due divieti: il primo proibisce “l'attività di accattonaggio e di mendicità moleste”, che “turbi l'incolumità pubblica o la sicurezza dei cittadini” e/o che limiti l'accesso o la fruizione di aree pubbliche; il secondo invece, parla dell'interdizione a praticare “accattonaggio e mendicità, ancorché non moleste e minacciose” in quasi tutti i luoghi minimamente frequentati del territorio pontremolese, puntualmente elencati. Per giunta, viene disposta una multa per la violazione di queste regole, multa che va da 25€ a 500€.
Mentre riteniamo il primo divieto superfluo e ipocritamente retorico, in quanto cita attività già punite dalle leggi in vigore (quali la coercizione, la molestia, l'inganno e la frode), il secondo divieto ci sembra assolutamente odioso e illegittimo.
Odioso, perché il dispositivo mira palesemente alla criminalizzazione degli indigenti e dei bisognosi, in virtù di un diritto al decoro che lascia trasparire in controluce il desiderio di allontanare i poveri dagli occhi della gente, ghettizzandoli nelle periferie urbane, anziché affrontare il tema complesso e spinoso della povertà. Questo perché il povero è fastidioso ed osceno, nel senso che è qualcuno che normalmente dovrebbe stare “fuori dalla scena”, e quando entra nel teatro della società da “scandalo”. 
 Il dizionario Treccani definisce lo “scandalo” come il “turbamento della coscienza e della serenità altrui”, ed è proprio questo ciò che tenta di evitare l'ordinanza: evitare il turbamento di guardare in faccia la povertà, quella povertà che ci porta inevitabilmente ad interrogarci sulle contraddizioni insanabili della nostra società, per poter così rassicurare gli animi e nascondere sotto una coltre di insopportabile ipocrisia un mondo fatto di oppressione, sfruttamento e miseria. 
Un mondo in cui chi non ha niente, oltre ad essere emarginato, da oggi viene pure definito colpevole, colpevole di chiedere una moneta, secondo quel sottile processo di rimozione che, nel colpevolizzare il povero, implicitamente assolve chi non è costretto a mendicare, liberandolo inconsciamente dalle sue responsabilità nei confronti della società in cui vive"...

Scarica la lettera in formato PDF dal sito di Arci Babel

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