Ieri a Carrara per il festival con_vivere, in tanti abbiamo ascoltato Monsignor Giancarlo Perego, Direttore generale di Fondazione Migrantes, organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per assicurare l'assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri. Il tema era "Immigrazione e povertà" declinato con occhio attento anche alla realtà locale.
Ci sono 72 milioni di persone in viaggio - diceva Mons Perego - che guardano all’Europa come meta verso cui andare. Come si può guardare al futuro senza guardare a questo mondo? Un mondo dove il numero delle nascite è cinque volte superiore al numero delle morti. Si stima che nei Paesi del Nord Africa ci siano 2.900.000 persone pronte a partire. Tutto questo mentre in Europa si stima che serviranno nei prossimi anni diversi milioni di persone in età lavorativa e in Italia circa 130 mila ogni anno. Il Mediterraneo sarà il grande laboratorio dell’Europa della convivenza, ma ancora le politiche migratorie sono segnate dalla sicurezza e non connesse come dovrebbero a politiche sociali e di sviluppo. E’ lo scandalo dei CIE: milioni per la sicurezza e pochi euro per la mediazione culturale, le politiche sociali, l’accoglienza, ecc.
Oggi sembriamo aver dimenticato le battaglie
storiche sulla difesa e la tutela dei diritti fondamentali.
Il diritto alla protezione internazionale: siamo il paese con
il minor numero di domande di protezione accolte in Europa mentre siamo il
paese che ha preso più soldi dall’Europa per l’immigrazione. Riconoscere il
diritto d’asilo a chi viene da paesi in guerra è un dovere mentre le guerre si
combattono con armi italiane e europee. Sono 21 le guerre in atto che stanno
generando un movimento di 50 milioni di persone in emigrazioni forzate.
Ricordate i “boat people”? Era il 1979 e nessuno si meravigliò per il
fatto che le navi da guerra italiane si spostassero per andare a prendere i
richiedenti asilo sulle coste sudvietnamite e salvaguardare un diritto.
"E' possibile -si chiede allora il direttore di Fondazione Migrantes - che una provincia come Massa Carrara non sia in
grado di ospitare più di 91 persone? E’ possibile che un Comune dica: io non
voglio nessuno? E’ possibile che in una provincia come Massa Carrara si gridi
alla “emergenza” per 91 persone da ospitare?"
E’ opportuno allora creare le condizioni fondamentali per le
politiche sull’immigrazione, attraverso la sussidiarietà e soprattutto facendo
crescere una rinnovata consapevolezza dei diritti fondamentali: diritto d'asilo, diritto alla casa ( il 70% delle domande di assegnazione delle case è fatto da immigrati, e questo fa scandalo, mentre non si dice che a loro va solo dal 10 al 15% delle assegnazioni), diritto al lavoro senza sfruttamento né schiavitù (sta crescendo una tratta non più solo per la prostituzione ma anche a scopo lavorativo ed è uno dei fenomeni più gravi). Troppi diritti che sono stati affermati nelle nostre culture in più di un secolo sono oggi rinnegati. Da qui occorre ripartire per investire in una governance delle migrazioni, risorsa su cui rileggere l’Europa."
Nessun commento:
Posta un commento