Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
(CNCA),
ARCI,
Caritas Italiana,
Fondazione Migrantes
"Le nostre organizzazioni sono attive da sempre nell’accoglienza delle persone in difficoltà. Siamo infatti convinti che il diritto di uomini e donne ad essere accolti è questione fondamentale e irrinunciabile per ogni società civile. Rimane una delle nostre mission e dei nostri principi etico valoriali.
In questa ottica abbiamo accettato di accogliere le persone durante l’“Emergenza rifugiati dal Nord Africa” nel 2011, mettendo a disposizione le nostre competenze, i nostri saperi e la nostra motivazione, rimanendo però spesso delusi da aspettative disattese e disponibilità tradite e con l’assenza quasi totale di una programmazione seria ed efficace. Ora, perciò, guardiamo con preoccupazione a questa nuova “emergenza” e alle modalità di gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo che approdano in Italia; con preoccupazione e critica aspra perché riteniamo improponibile affrontare questo esodo, ormai strutturale nella nostra epoca, con politiche nazionali caratterizzate dall’emergenza e dall’allarme sociale che ne dovrebbe derivare.
In questi ultimi giorni, con l’arrivo improvviso di
centinaia/migliaia di nuovi richiedenti asilo, ancora una volta abbiamo
rilevato segnali incongrui tra lo Sprar e il Ministero dell’Interno, con
quest’ultimo che ha risposto in autonomia all’altissimo numero di persone in
arrivo via mare attivando le Prefetture per reperire strutture di accoglienza
sui territori, fuori dal circuito di accoglienza dello Sprar e senza un vero
coordinamento, creando sui territori confusione, sovrapposizioni e resistenze
comprensibili.
Riteniamo, come abbiamo già manifestato per la precedente
“Emergenza Nord Africa”, che la sola collocazione presso strutture alberghiere
o presso enti pubblici e privati non competenti e/o distanti da questi temi nonché
l’assenza diffusa di una regia nazionale e di conseguenza di quelle locali
abbia ulteriormente peggiorato le condizioni non solo delle persone, ma anche
dei territori ospitanti, lasciando sedimentare solitudini individuali e
collettive, potenziando resistenze ideologiche e indebolendo sistemi di
accoglienza, cittadinanza e inclusione.
Evidenziamo che queste incongruenze si trasformano in conflitti nei territori, mettono in difficoltà le realtà che si occupano di accoglienza e inclusione in modo serio e competente, rischiando di schiacciarle in una contrapposizione tra istituzioni nazionali diverse che non hanno trovato una programmazione condivisa (Ministero dell’Interno e ANCI, ad esempio). Non sentiamo il bisogno di conflitti in questo momento, ma avvertiamo piuttosto il bisogno di avere risposte istituzionali responsabili e attente, a cui siamo pronti a dare supporto e collaborazione.
Il Tavolo di Coordinamento Nazionale Asilo già istituito
deve provvedere responsabilmente alla definizione di un piano che individui una
programmazione lineare e congiunta.
Facciamo, inoltre, appello al Governo e alle Forze Politiche
Nazionali perché venga attivato un confronto con le organizzazioni nazionali
attive su questi temi, mirato a costruire in tempi rapidi un piano organico per
la gestione dell’“emergenza” e del sistema ordinario, sostenuto da un piano di
risorse equo. L’esperienza di gestione della cosiddetta “Emergenza Nord Africa”
del 2011-2013 ha
dimostrato da una lato che l’attivazione della grande capacità, forza e
competenza delle organizzazioni di solidarietà esistenti sui territori ha
generato percorsi virtuosi, dall’altro come sia stata controproducente la
scelta di avvalersi di strutture prive di strumenti e risorse umane competenti
nella realizzazione di programmi di accoglienza, inclusione e cittadinanza e
che questo abbia avuto spesso come esito il fallimento dei percorsi migratori,
i conflitti non sanati nei territori e uno spreco di denaro pubblico.
Riteniamo altresì che le persone che fuggono da guerre,
conflitti e condizioni di deprivazione totale debbano innanzitutto essere
accolte e prendiamo fortemente le distanze da quelle posizioni che chiedono il
respingimento dei migranti. Le nostre organizzazioni mantengono la
disponibilità ad accogliere i migranti in collaborazione con le reti
territoriali di riferimento con cui siamo in stretto contatto e,
contestualmente, metteranno in campo tutte le attenzioni necessarie per
denunciare le situazioni di accoglienza presso alberghi fatiscenti e isolati o
di abbandono delle persone già verificatesi nell’Emergenza Nord Africa.
Invitiamo, perciò, tutte le forze sociali e politiche a
convergere sulla necessità del rilancio di un nuovo grande piano
dell’accoglienza nazionale su cui siamo disponibili a investire pensieri,
risorse, capacità e volontariato in maniera stabile e preparata."
27 marzo 2014
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA),
ARCI,
Caritas Italiana,
Fondazione Migrantes
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