Al Sig. Prefetto di Massa Carrara
Al Presidente della Provincia di Massa Carrara
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Massa Carrara
Oggetto: documento Movimento Nonviolento: "L'Italia ripudia la guerra, anche il 4 novembre"
Si trasmette il documento del Movimento Nonviolento in vista delle celebrazioni del 4 novembre.
Al Presidente della Provincia di Massa Carrara
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Massa Carrara
Oggetto: documento Movimento Nonviolento: "L'Italia ripudia la guerra, anche il 4 novembre"
Si trasmette il documento del Movimento Nonviolento in vista delle celebrazioni del 4 novembre.
L'Italia ripudia la guerra, anche il 4 novembre
Ricordare le vittime delle
guerre, costruire la pace e la sicurezza attraverso il Disarmo
Il 4 novembre non è un giorno di festa: è un giorno di lutto per le vittime delle guerre e d'impegno per il disarmo. Non festa ma lutto, perché si ricorda la fine di una "inutile strage", come Benedetto XV definì la prima guerra mondiale, e non si può non ricordare che tutte le guerre sono "inutili stragi" e tutti gli eserciti ne sono gli strumenti.
Non festa ma impegno,
perché per ricordare davvero – e non retoricamente e ipocritamente – le vittime
delle guerre l'unico modo è "ripudiare la guerra" e costruire la
pace, attraverso la via realistica del disarmo.
Eppure il 4 novembre – unica celebrazione traghettata dal
fascismo alla Repubblica - si continuano a "festeggiare" le forze
armate, cioé gli strumenti di guerra. Ed è una festa che si prolunga tutto l'anno:
nelle varie manovre finanziarie, qualunque siano i governi in carica, si
continuano a dilapidare preziose risorse in spese militari e di armamenti (23
miliardi nell'ultimo anno), si continua a finanziare l'acquisto di terribili
strumenti d'attacco come i caccia f-35 (15 miliardi previsti) ed a condurre
operazioni di guerra come l'occupazione militare in Afghanistan, atti contrari
alla Costituzione italiana. Si lascia invece quasi privo di risorse il Servizio
Civile Nazionale, strumento di difesa civile della Patria prevista dalla legge
e coerente con la
Costituzione.
Del resto, le forze armate e i loro armamenti non sono solo
strumenti di guerra potenziale, che diventano attuali solo quando entrano in
azione. Le armi sono strumenti e mezzi di guerra in atto anche quando non
sparano, perché la quantità enorme di risorse pubbliche che vengono destinate
alle spese militari, alla preparazione della guerra contro minacce ipotetiche o
pretestuose, lasciano la Patria
senza difesa ed insicura rispetto alle reali minacce alle quali sono gravemente
sottoposti, qui ed ora, tutti i cittadini, sul proprio territorio: la
disoccupazione e la precarietà del lavoro, la povertà e l’analfabetismo, la
fragilità edilizia in un paese sismico e i disastri idro-geologici…
Svuotare gli arsenali e riempire i granai, diceva il Presidente Pertini, ed invece abbiamo riempito
gli arsenali e svuotato i granai, offrendo la peggiore delle risposte
possibili alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo.
Ricordare davvero le vittime delle guerre e costruire la
pace può dunque avvenire solo avviando un serio disarmo, attraverso la riconversione
dalla difesa militare alla difesa civile; liberando le risorse necessarie
per l'affermazione dei “principi fondamentali” sanciti nei primi dodici
articoli della Carta costituzionale, quelli che offrono la sicurezza della
cittadinanza - il lavoro, la solidarietà, l’uguaglianza, la cultura, la difesa
del patrimonio naturale – attraverso il ripudio della guerra e degli
strumenti che la rendono possibile. Il 4 novembre, come tutto l'anno.
Per questo il nostro Movimento, insieme a Peacelink e al
Centro di ricerca per la pace di Viterbo, ha lanciato per il 4 novembre la
campagna "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinché in ogni
città si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
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