lunedì 8 ottobre 2012

Alle Nazioni Unite la denuncia della violenza contro le donne d'Africa



E' il discorso alle Nazioni Unite del dr. Denis Mukwege, medico ginecologo congolese presso l'ospedale di Panzi, tenuto il 25 settembre scorso. Un discorso toccante che denuncia la situazione disastrosa in cui le donne sono vittime nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.

Eccellenze, signori Ambasciatori,

mi sarebbe piaciuto cominciare il mio discorso con la solita formula: “Ho l’onore e il privilegio di prendere la parola davanti a voi”.

Ahimè! Le donne vittime di violenza sessuale all’est della Repubblica Democratica del Congo sono nel disonore. Ho costantemente sotto i miei occhi lo sguardo delle anziane, delle ragazze, delle madri e persino delle bambine disonorate.

Ancora oggi molte sono sottoposte a schiavitù sessuale; altre sono utilizzate come arma di guerra. I loro organi sono esposti alle più ignobili sevizie.

E questo dura da 16 anni! 16 anni di errori; 16 anni di torture; 16 anni di mutilazioni; 16 anni di distruzione della donna, la sola risorsa vitale congolese; 16 anni di distruzione di una società intera. Certo, i vostri rispettivi stati hanno fatto molto in termini di presa in carico delle conseguenze di queste barbarie. Ne siamo molto riconoscenti.

Avrei voluto dire “ho l’onore di far parte della comunità internazionale che voi rappresentate qui”. Ma non posso.

Come dirlo a voi, rappresentanti della comunità internazionale, quando la comunità internazionale ha dato prova di paura e mancanza di coraggio durante questi 16 anni in Repubblica Democratica del Congo.

Avrei voluto dire “ho l’onore di rappresentare il mio paese”, ma non posso.

Infatti come essere fieri di appartenere ad una nazione senza difesa, abbandonata a se stessa, saccheggiata da tutte le parti ed impotente di fronte a 500.000 delle sue ragazze violentate in 16 anni, 6.000.000 di morti tra i sui figli e figlie in 16 anni senza alcuna prospettiva di soluzione durevole.

No, non ho né l’onore né il privilegio di essere qui oggi. Il mio cuore è pesante.

Il mio onore è d’accompagnare queste coraggiose donne vittime di violenza; queste donne che resistono, queste donne che malgrado tutto restano in piedi.

Oggi grazie al rapporto degli esperti delle Nazioni Unite, al rapporto Mapping dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e molti altri rapporti credibili, nessuno può nascondersi dietro l’argomento della complessità della crisi. Ormai dunque conosciamo le motivazioni di questa crisi e i suoi diversi attori. Quella che manca è la volontà politica.

Ma fino a quando? Fino a quando dobbiamo ancora assistere impotenti ad altri massacri?

Eccellenze, signori ambasciatori: è con grande umiltà che vi dico ciò.

Non abbiamo bisogno di più prove, abbiamo bisogno d’azione, un’azione urgente per arrestare i responsabili di questi crimini contro l’umanità e tradurli davanti alla giustizia. La giustizia non è negoziabile. Abbiamo bisogno della vostra condanna unanime dei gruppo ribelli che sono responsabili di questi atti, abbiamo bisogno di azioni concrete contro gli stati membri delle Nazioni Unite che sostengono da vicino o da lontano queste barbarie. Siamo davanti ad una urgenza umanitaria che non lascia più spazio alla tergiversazione. Tutti gli ingredienti sono riuniti per mettere fine ad una guerra ingiusta che ha utilizzato la violenza contro le donne e lo stupro come una strategia di guerra. Le donne congolesi hanno diritto alla protezione esattamente come tutte le donne di questo pianeta.

Accantonare tutti questi rapporti significherebbe minare gravemente la credibilità delle diverse risoluzioni delle Nazioni Unite che esigono la protezione delle donne in periodo di conflitto e dunque screditare la nostra cara istituzione, che dovrebbe garantire la non ripetizione del genocidio.

Le conquiste della civiltà regrediscono. Regrediscono a causa di nuove barbarie in Siria come in Repubblica Democratica del Congo; ma anche per il silenzio assordante e la mancanza di coraggio della comunità internazionale.

Non possiamo tacere la verità perché essa è ostinata, dovremmo piuttosto affrontarla per evitare di tradire i nostri ideali.

Ho l’onore di dire che il coraggio delle donne vittime di violenza sessuale all’est del Congo finirà per vincere il male. Aiutatele a ritrovare la pace!

Vi ringrazio.

Denis Mukwege
Direttore Sanitario
Ospedale di Panzi
Bukavu–RDCongo

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