giovedì 12 aprile 2012

Una tipicità locale dal lungo nome

Ricordate le domande che da più parti della società civile di Pontremoli erano state poste all'Amministrazione comunale in merito alla delibera che impediva l'apertura di negozi di "kebab e simili" nel centro storico?
La sera di venerdì 30 marzo nella sala Gordon Lett del palazzo comunale abbiamo avuto dal Sindaco Lucia Baracchini qualche risposta di cui diamo doverosamente conto.
Ha innanzitutto negato ogni intenzione razzista rifiutandone con determinazione ogni sospetto e smentendo chi dall'interno del palazzo comunale aveva presentato la delibera sui social network come espressione di xenofobia e razzismo di cui essere fieri, ha sostenuto la necessità e l'importanza dell'integrazione attraverso percorsi di intercultura riconoscendo la rilevanza dei corsi di italiano per stranieri e di arabo per italiani realizzati dalle associazioni pontremolesi di volontariato. Ha negato che la delibera rappresenti la filosofia dell'amministrazione per lo sviluppo del centro storico ed ha sostenuto infine la scelta di rinviare - a quando sarà pronto il piano del commercio - la decisione sulla kebaberia, comunicando che lo stesso Beshir è stato autorizzato comunque ad aprire la sua bottega nel centro storico vendendo anche la sua specialità: il "panino arabo con carne arrostita su spiedo verticale rotante". L'uso della parola "kebab" resta un tabù, ma destinato a cadere.
Prendiamo atto delle contorsioni cui si dispone a volte chi gestisce la cosa pubblica.
Prendiamo atto di più di un passo indietro mentre continuiamo a credere che il ritiro definitivo della delibera sia atto di saggezza.
Nel frattempo, il "Panino arabo con carne arrostita su spiedo verticale rotante" pare destinato a diventare un "must" della prossima estate pontremolese. Praticamente una tipicità locale.

2 commenti:

  1. Fa tornare alla mente quel bel film di Luigi Zampa (con Nino Manfredi) "Anni ruggenti". E soprattutto le gag fra il dottore e l'infermiera attorno alla parola cachet=cialdino. A volte l'"autarchia" linguistica fa rasentare il ridicolo.

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  2. Suora: Scusate, professore, il numero 7 tiene un forte mal di capo, posso dargli un cachet?
    Dottore: Cos'è questo chachet?
    Omero: Ehm, sono quei dischetti bianchi a forma de cappelletto. Ha visto mai per strada quello che fa la reclame?
    Dottore: Già, ma si chiama cialdino!
    Omero: È giusto...
    Dottore: Dategli un italianissimo cialdino!
    Suora: Vabbè.
    Omero: Je farà bene lo stesso?
    Dottore: Certo!
    Omero: E diamogli il cialdino!
    (da Anni Ruggenti via wikiquote)

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