martedì 28 febbraio 2012

Lettera al Presidente Rossi

profughi al lavoro dopo l'alluvione ad Aulla

Questo è l'appello che i volontari che collaborano all'accoglienza dei profughi dalla Libia ospiti di vari comuni della Lunigiana, hanno preparato ed inviato al Presidente Rossi affinché siano accelerate le pratiche di concessione dei documenti d'asilo.
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Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
Egregio Presidente, siamo operatori volontari che, da parecchi mesi, stiamo assistendo i rifugiati provenienti dalla Libia ospitati in vari comuni della regione Toscana. In questi mesi è stato fatto un enorme lavoro per cercare di rendere la vita di queste persone la più accettabile e dignitosa possibile. Poiché l’accoglienza non puo’ ridursi semplicemente a “dare cibo ed un tetto sopra la testa”, il cammino fin qui percorso è stato faticoso, minato da parecchie difficoltà sia pratiche che burocratiche, senza contare l’iniziale diffidenza e “paura dello straniero” che, nelle piccole comunità – ad esempio – è stata evidente. Ciononostante, si è lavorato alacremente, ottenendo buoni risultati che vedono l’inserimento dei rifugiati nell’ambito delle rispettive comunità.
Ora, però, tutto questo non basta più.
Ci si trova nella situazione in cui:
- i numerosi dinieghi ricevuti (no alla concessione di protezioni internazionali, né altri tipi di protezione),
- gli appelli in corso presso i Tribunali competenti (le prime decisioni - che non sono positive - stanno arrivando peraltro ad una velocità incredibile considerato, per quanto si conosce, lo stato di “intasamento” delle Procure/Tribunali),
- le “false aspettative” create con la concessione di permessi di soggiorno per la durata di sei mesi con opportunità di svolgere attività lavorativa (documento rilasciato in conformità alle leggi vigenti ma che risulta carente per permettere alla persona un’effettiva attività lavorativa e viene automaticamente revocato nel momento in cui le commissioni territoriali emanano le decisioni),
stanno colpendo duramente la sensibilità ed i già fragili equilibri psicologici dei nostri ospiti che, ancora una volta, si sentono rifiutati da un contesto sociale che si definisce civile e allo stesso tempo vanificano tutti gli sforzi fatti finora nelle nostre comunità, il “Modello Toscana” vacilla….. Forse le persone preposte alle decisioni non hanno ben presente il dramma umano vissuto dai richiedenti asilo, ma è anche vero che le stesse persone “non devono, non possono, non vogliono” approfondire le storie personali e mostrare empatia. I rifugiati sono parte di procedure burocratiche, sono stranieri e non posseggono i titoli necessari all’ottenimento di protezione alcuna. Sono arrivati dalla Libia, un paese in guerra, dove, peraltro, anche il “nostro paese” ha mostrato la propria presenza, ma nessuno di loro è cittadino di quel paese; ci vivevano tutti da tempo, lavoravano e sono stati costretti a fuggire per mettere in salvo la loro vita. Pare, però, che per le autorità italiane, tutto questo non sia sufficiente per concedere loro l’opportunità di ottenere documenti. Non sono cittadini libici quindi nessuna protezione, nessun riconoscimento, nessun permesso, solo il ritorno nel paese d’origine che, per molti, non rappresenta più casa loro. Di fronte a questa situazione drammatica sotto molti aspetti, chiediamo a Lei, Egregio Presidente, un intervento presso le Autorità Centrali al fine di ottenere i documenti necessari per i rifugiati, documenti che darebbero loro una sicura speranza di futuro.
Noi, Presidente, ci affidiamo a Lei e confidiamo in un Suo intervento tempestivo per ottenere, almeno, il rilascio permesso per motivi umanitari a tutti coloro che non hanno avuto nessuna protezione.
Grazie.


Aderisco e sottoscrivo.

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