sabato 13 novembre 2010

Viaggi responsabili, dalla Pontremoli del 1914


"Racconto questo eppoi chiudo. Mi trovavo vicino allo scalo della stazione e si sa osservavo. Era notte inoltrata e si lavorava ancora, non so precisare per quali ragioni, un guardiano si mise a picchiare uno schiavo, sul primo non ne feci caso, ma poi visto che non si decideva a cessare e mosso a compassione dalle implorazioni di quel povero torturato, feci un salto e mi precipitai a trattenere il braccio del percuotitore. Sta belva, allora tenta di rivoltarsi a me. Subito ficcai la mano in tasca, impugnai la pipa e gliela puntai alla gola: -A kill you ! gli gridai. Si intimori e gettò il bastone che aveva in mano. Lo schiavo mi fece un inchino e se la diede a gambe. Due guardie che a distanza di 50 metri avevano assistito a tutta la scena, si avvicinano e mi dicono bravo. Grazie tante gli risposi , sentendomi offeso. Conclusione. Bombay per me è un posto non disprezzabile..."
E' questo il finale della lettera (foto)scritta da Pietro Ernesto Galli, nato a Vignola di Pontremoli il 15 marzo 1884 e morto il 12 novembre 1916, a seguito di una malattia, o infezione, contratta al fronte nella I guerra mondiale, a cui aveva partecipato in seguito a richiamo. La lettera è ora pubblicata da Angelo Galli, nipote di un fratello di Ernesto, su Reset Italia (resistenza civile 2.0). Dalla Pontremoli del 1914 ci giunge così lo straordinario racconto di un "viaggiatore responsabile".
E' stato, nei fatti, un precursore dell’odierna indicazione etica ai viaggi responsabili. Un modo di viaggiare attento allo scambio culturale con le popolazioni locali del paese di destinazione ed all'esperienza dell'incontro come momento di arricchimento personale, di crescita, di conoscenza. L'incontro con l'inaspettato sconquassa i pregiudizi. Occorre apertura di pensiero, moderazione, curiosità e rispetto quando cambiano le regole del gioco, quando nulla è scontato, laddove guardiamo e veniamo guardati in modo nuovo. Oggi l’avventura è ormai quasi impossibile, ogni posto è stato già visto e colonizzato dal mercato. Oggi il nostro viaggiare non è nell’avventura ma nell’impronta che lasciamo, con la stessa sapienza e rispetto raccontati da Ernesto Galli. Come nella poesia di Antonio Machado "Caminante son tus huellas el camino y nada más; caminante, no hay camino, se hace camino al andar".
Grazie Angelo per aver reso pubblica questa preziosa e suggestiva testimonianza.
Vai al testo integrale della lettera su http://www.reset-italia.net/2010/11/07/7-novembre-1914-una-testimonianza-dal-passato/

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