martedì 9 novembre 2010

Corsi di italiano per stranieri


Sta per avere inizio anche quest'anno a Pontremoli il corso di italiano per stranieri. Passate la voce se conoscete qualche cittadino straniero interessato. Per iscriversi è sufficiente la fotocopia del permesso di soggiorno. I moduli per l'iscrizione sono disponibili anche in Bottega Arcobaleno.
Di seguito alcuni dettagli:
1. Corso femminile pomeridiano in orario 14-16 con cadenza di due pomeriggi alla settimana (da definire insieme) da fine novembre a metà giugno. Sono previste un minimo di ore di alfabetizzazione informatica e -previo superamento del test finale - una certificazione finale CILS di livello A1 o A2 (ricordiamo che secondo l'ultimo decreto legge in materia per poter ottenere la Carta di soggiorno - ovvero permesso di soggiorno di lungo periodo- da dicembre in poi sarà necessario superare un test di italiano di livello A2 o presentare una certificazione equivalente). Si garantisce un servizio di babysitteraggio gratuito per mamme con bambini al seguito. Per coprire in parte le spese si richiede una quota di partecipazione di 5 euro mensili.
2. Corso misto serale in fascia oraria 21-22,30 da definire con gli allievi.

Promuovere un corso di lingua italiana per stranieri vuol dire favorire l’integrazione sociale. Per far cadere le barriere ci vuole di più, ma la lingua è un passo importante. Per tutti, del resto. Perché un giorno dovremmo pure occuparci dell’analfabetismo - di ritorno e non solo – diffuso tra gli italiani. Quanti sono i cittadini italiani che al test non raggiungerebbero il livello A2? L’ignoranza e il razzismo camminano affiancati: diamo a entrambi il foglio di via! Nel frattempo, l’Accordo di integrazione inserito all’interno del Pacchetto Sicurezza prevede due anni di tempo per imparare l’italiano e mantenere il permesso di soggiorno. Ma la rete delle scuole di italiano per migranti di Bologna ha scritto una lettera aperta agli insegnanti di italiano per stranieri per motivare un dissenso profondo. “Stabilire una soglia universale di conoscenza della lingua al di sotto della quale gli individui restano o tornano “clandestini” – spiega la lettera – stravolge e nega in partenza ogni ipotesi di integrazione”. Il test d’italiano, in altre parole, “punisce e non favorisce l’integrazione: si usa la conoscenza della lingua come pretesto per negare il permesso di soggiorno”.
E'anche nostra convinzione che la lingua debba essere strumento per integrare e vivere insieme, non per discriminare. Per questo aderiamo allo spirito della "Lettera aperta a insegnanti e scuole di italiano per migranti": "Contro un'esistenza a punti" e invitiamo associazioni, insegnanti, operatori ed educatori a leggere la lettera ed a firmare l'appello on line.

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