sabato 8 maggio 2010

Il Giudice di Pace

Da Il Tirreno 8 maggio 2010 cronaca Lunigiana:
Pontremoli. Il giudice Tortorelli blocca il giudizio contro un immigrato albanese.  Rinvia la legge della Lega alla Corte Costituzionale.
PONTREMOLI. Parte dalla città di Enrico Ferri, ex presidente dell’associazione magistrati, una battaglia contro la legge 94 del 2009 sulla sicurezza pubblica che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina. Il giudice di pace Rino Tortorelli ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma in cui prevede che la permanenza dello straniero nel territorio dello stato costituisce reato.
Tortorelli ha sospeso il procedimento a carico di un immigrato che, a suo stesso giudizio avrebbe dovuto essere condannato, ritenendo illegittima la legge. Tra i motivi addotti, la criminalizzazione della condizione del migrante irregolare che la legge introdurrebbe, l’inevitabile prolungamento nei centri di identificazione ed espulsione che incidono sulle libertà degli stranieri, il fatto che la norma introdotta fa terra bruciata attorno all’immigrato non regolare minando radicalmente la possibilità e lo spirito di solidarietà.
«Di fatto - prosegue il giudice Tortorelli - con questa legge la società viene trasformata da solidale a ostile».
E tutto questo mina principi a fondamento della nostra carta costituzionale. Sarà quindi l’Alta Corte a decidere il destino di una legge che ha infiammato il dibattito politico da un anno a questa parte.
La vicenda prende avvio pomeriggio del 13 ottobre 2009, quando i carabinieri della stazione di Mulazzo identificavano un albanese, Meta Shkelqim, senza regolare contratto di lavoro e lo invitavano a presentarsi all’Ufficio Immigrazione della Questura di Massa per il 19 ottrobre. Cosa che l’albanese aveva fatto, presentando anche la domanda di emersione di lavoro irregolare (Dagli atti deposti dal PM risultava però che la domanda risultava successiva alla data di accertamento del 13 ottobre). Risultava anche che nei suoi confronti non era stata adottata alcuna ordinanza di espulsione.
L’albanese è stato quindi citato in giudizio davanti al giudice di pace di Pontremoli, ma, sia alla prima udienza del 15 aprile che alla successiva del 6 maggio, l’imputato è rimasto contumace.
A conclusione dell’istruttoria dibattimentale il Pubblico Ministero, avv. Luigi Ferrari ha chiesto chiedendo la condanna dell’imputato “per ingresso e soggiorno illegale” alla pena di 5.000 euro. Per contro il difensore d’ufficio, avv. Tania Brunetti, in base all’ex-art 530/2, ne chiedeva l’assoluzione per insufficienza di prove.
Invece il giudice, avvocato Tortorelli rimetteva tutto alla Corte costituzionale ritenendo illegittimo il reato di clandestinità.

Ecco le osservazioni del Giudice di Pace, dottor Rino Tortorelli alla fine dell’udienza sull’albanese trovato senza permesso di soggiorno: «A prescindere dalla irragionevolezza dell’agire della Pubblica Amministrazione che non essendo adottato alcun ordine di espulsione, all’imputato non è stato di fatto concesso di potersi avvalere delle condizioni di non procedibilità previste dall’articolo 10 bis comma 5 d.lsl 286/98 - pertanto questo Giudice dovrebbe procedere alla condanna dell’imputato.
«Il Giudice tuttavia ritiene di non potersi pronunciare in questi termini: solleva d’ufficio questione di legittimità costituzionale dell’articolo 10 bis del d.lgs.1998/nº286, ordina l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale e sospende il giudizio in corso. «Ordina infine che la presente ordinanza - conclude Tortorelli nel suo provvedimento - sia notificata al Presidente del consiglio dei Ministri e comunicata ai Presidenti delle due Camere del Parlamento».

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