Il titolo è "Disposizioni per la promozione del commercio equo e solidale e la disciplina del suo esercizio". Questa proposta di legge, redatta dopo un lungo confronto con le organizzazioni maggiormente rappresentative del commercio equo (Agices e Fairtrade Italia), vuole l'estensione delle garanzie e dei controlli in tutta la filiera di produzione (dalla tutela del pagamento per i lavoratori al divieto del loro sfruttamento) e la definizione delle regole che prevedono che le autorità pubbliche esercitino l'indirizzo, la garanzia e la vigilanza. E' stata presentata alla Camera dei Deputati martedì 26 giugno, primo firmatario l’On. Lino Duilio e firmata da oltre 49 parlamentari di vario orientamento politico.
"Con la presente proposta di legge si vuole rispondere
concretamente a questa esigenza e, in particolare, raggiungere un triplice
obiettivo.
In primo luogo, riconoscere ufficialmente il ruolo svolto da
tutti i soggetti che operano a diverso titolo nel commercio equo e solidale,
con indicazioni e definizioni precise (articolo 2) in merito al significato e
alle finalità che deve perseguire questa forma di commercio per potersi
definire tale.
In secondo luogo, fornire a tutti i soggetti interessati e,
in particolare, ai consumatori, garanzie di trasparenza e di correttezza sulle
modalità produttive e sulle prassi produttive ed organizzative
attuate in Italia e nei Paesi del sud del mondo dalle
molteplici organizzazioni che operano in tale settore. Il futuro stesso del commercio
equo e solidale si basa, infatti, sulla fiducia che i consumatori ripongono nel
rispetto dei criteri ispiratori dell’attività da parte di tutti i soggetti che
operano all’interno della filiera produttiva. L’attuale mancanza di controlli e
di trasparenza rischia, pertanto, di dare spazio a possibili comportamenti
opportunistici che potrebbero compromettere l’attività e gli sforzi anche dei
più meritevoli. Per tali ragioni è necessario procedere alla previsione sia di
un sistema di certificazione univoco e controllato, che attesti i processi produttivi
delle merci provenienti dal circuito del commercio equo e solidale, che di un
meccanismo di registrazione dei soggetti esercenti attività di commercio equo e solidale in
appositi albi e registri tenuti a livello nazionale (articolo 6).
Da ultimo, promuovere e finanziare una serie di azioni di
sostegno a beneficio sia dei prodotti equo e solidali che delle organizzazioni
che operano in tale settore, così come avviene già da alcuni anni in altri
contesti nazionali (ad esempio in Germania e in Inghilterra). Tali interventi prevedono
diverse forme di agevolazioni ed incentivi per gli investimenti delle
organizzazioni del commercio equo e solidale (articolo 9), la promozione
all’interno degli uffici pubblici di prodotti del commercio equo e solidale
(articolo 10), nonché l’organizzazione, come momento di promozione e di
confronto tra culture, della Giornata nazionale del commercio equo e solidale
(articolo 11)."
«Tra gli obiettivi principali della normativa – ha dichiarato il presidente di Agices, AlessandroFranceschini – vanno sottolineate l’esigenza di dare definizioni precise alle
nostre attività nella filiera che dai produttori del Sud del mondo arriva fino
al consumatore italiano, la conseguente tutela di chi fa Commercio equo da
eventuali abusi e infine la promozione delle nostre attività. Il quadro
normativo di riferimento è già molto ricco, con 10 Regioni e la Provincia
Autonoma di Trento che hanno già legiferato sul Commercio Equo e Solidale e con
vari pronunciamenti da parte delle istituzioni europee: una legge nazionale è
quindi un punto di arrivo (e anche di partenza) fondamentale per il nostro
movimento»
Un altro seme è stato messo a dimora. E per chi volesse utilizzare l'equo solidale in maniera puramente strumentale - equowashing, o fairwashing - si preannunciano tempi più difficili.
Ecco il pdf integrale della proposta di legge per la disciplina del commercio equo solidale:
http://bit.ly/NFepIP
#fairtrade
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