sabato 15 ottobre 2011

No land grabbing, coltiviamo giustizia



Si chiama Land Grabbing. E’ un fenomeno che merita un po’ di spazio nello scaffale delle indignazioni delle nostre coscienze. E’l’accaparramento incontrollato delle terre effettuato in particolare da investitori internazionali. Oxfam Italia stima che siano 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il mondo dal 2001, una superficie equivalente all’Europa nord-occidentale. Un fenomeno che mette in pericolo le comunità più povere, che perdono case e mezzi di sostentamento – a volte a seguito di violenze – senza essere consultate, risarcite e senza avere mezzi per fare ricorso. Non tutti i 227 milioni di ettari sono classificabili come land grabbing, ma dietro le acquisizioni di terreni si cela spesso questo fenomeno.
“In questa nuova corsa all’oro, gli investitori ignorano i diritti delle comunità locali le cui economie si fondano sulla terra”, dichiara Francesco Petrelli, presidente di Oxfam Italia. “Lo scandalo è che l’80% delle terre accaparrate rimane inutilizzato. Questa nuova corsa all’oro si intensificherà nel futuro, a causa della crescente domanda di cibo, dei cambiamenti climatici, della scarsità d’acqua e dell’incremento della produzione di biocarburanti che sottrae migliaia di ettari alla produzione di cibo”.
Il rapporto lanciato nell’ambito di Coltiva, la campagna globale di Oxfam, fa chiarezza su alcuni dei “miti” associati all’investimento sui terreni del Sud del Mondo e descrive inoltre gli effetti devastanti che il land grabbing ha in Uganda, Sud Sudan, Indonesia, Honduras e Guatemala. In Uganda, per esempio, almeno 22.500 persone hanno perso casa e terra in seguito all’espropriazione subita per mano della New Forest Company (Nfc), un’azienda britannica specializzata nella produzione di legname. Molte persone sono state allontanate con la forza e non hanno più mezzi di sostentamento, né possibilità di mandare i figli a scuola. Ci sono state ordinanze del tribunale contro la Nfc e testimoni oculari hanno riferito che i dipendenti dell’azienda hanno preso parte essi stessi ad alcuni espropri. Tuttavia, la Nfc nega di essere coinvolta.
“Oxfam chiede agli investitori, ai governi, e alle organizzazioni internazionali di porre fine al land grabbing, cambiando le attuali politiche che non garantiscono procedure partecipate e un equo trattamento delle comunità locali, né il rispetto delle norme internazionali.”
Oxfam inoltre per denunciare le cause della fame e i poteri che con le loro azioni contribuiscono a consolidare il problema inizia oggi una settimana di mobilitazioni: la "settimana Coltiva", un evento da seguire.
Per saperne di più: http://www.oxfamitalia.org/

In questi giorni (10 - 14 ottobre) si è anche svolta presso la Fao a Roma la discussione da parte del Committee on World Food Security (CFS) delle Linee Guida sul Governo dell’accesso alla terra, al territorio di pesca e delle foreste ed il 16 e il 17 ottobre si celebrerà la Giornata mondiale dell’Alimentazione.  C’è la consapevolezza, diffusa e forte, della necessità di dotarsi di strumenti validi per fermare il land grabbing, che vede anche importanti responsabilità di imprese e istituzioni italiane in molti Paesi in via di sviluppo. E’ urgente il tempo di grandi scelte che riguardano la terra e la sovranità alimentare di tutti gli abitanti del pianeta.

Oggi a Roma il tema del land grabbing sarà presente anche alla manifestazione degli "indignati". Sarà portato da AIAB e Via Campesina. Gli stessi organizzeranno il 20 ottobre una azione simbolica contro il land grabbing denominata "lunch grabbing".

Segnalo infine che la Fondazione di Banca Etica in collaborazione con Aiab, Banca Popolare Etica, Mag 2, Sefea e SCRET vuole dare una risposta anche economica al problema del controllo della produzione di cibo all'interno dei processi epocali che stiamo vivendo. Al via un bando per la creazione di uno strumento finanziario dedicato alla raccolta di denaro per l’acquisto di terreni da affidare ad agricoltori, singoli o organizzati, che intendano inequivocabilmente e durevolmente produrre cibo, in modo sano (agricoltura biologica) e connesso con il sistema di consumo vicinale, mantenendo la proprietà indivisa e vincolata nel tempo all’uso spiccatamente agricolo. Il bando di ricerca è aperto a laureati in giurisprudenza, agraria, economia, urbanistica o assimilate (con tesi di laurea e/o almeno un esame universitario in diritto agrario / proprietà fondiaria) che abbiano un’ottima conoscenza della lingua inglese. L’assegno di ricerca ammonta a 4mila euro e il progetto dovrà essere realizzato in 6 mesi non prorogabili. Il Bando scade il 31 dicembre 2011.
Il bando di Banca Etica: http://bit.ly/paIfDZ
Coltivare giustizia si può, fermiamo il land grabbing.

1 commento:

  1. Fao, i negoziati sul "Langrabbing" I governi divisi sulla difesa delle terre - Repubblica.it http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2011/10/17/news/pao_land_grabbing-23365255/ via @repubblicait

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