domenica 9 gennaio 2011

Questa terra era la mia terra

(Pontremoli, Santa Giustina di Sopra)

Non la riconosco. Non è la terra che mio padre rispettava. Rispetto e amore per la terra degradati a avanzi di sentimenti primordiali. Santa Giustina di Sopra a Pontremoli, cantiere della nuova area artigianale: la terra che nutriva le viti è stata scorticata e trasportata altrove, sostituita con terre brune e rossastre e grigie giunte chissà da dove, rimescolata con lavorio di ruspe come fanno i bambini sulla spiaggia, coperta infine con uno strato d'asfalto. E là dove i resti del cantiere abbandonato stanno ancora scoperti, la terra, intrisa di avanzi oleosi, è decorticata e poi di nuovo abbandonata. Ora i giudici dicono che quest'insulto alla terra non riconosce responsabili. Questa terra era la mia terra, il cui rispetto mio padre mi ha insegnato. Oggi anche i contadini di ogni Sud del mondo sanno che il loro lavoro è giusto ed equo quando contiene il rispetto della terra. Qui al Nord facciamo invece una tremenda fatica a imparare. E navighiamo a vista nell'illusione che il botto sia lontano.

Santa Giustina di Pontremoli, il post di greenreport.it
Santa Giustina, la sentenza del TAR

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