L'idea della Associazione Alma, da anni attiva sul tema della "riattivazione" del centro storico, di installare panchine "d'autore" lungo le stesse vie vuole essere un invito alla graduale riappropriazione della città da parte dei cittadini-pedoni, contro un concetto di suolo pubblico ad uso quasi esclusivo del traffico motorizzato.
Scrive Beppe Sebaste,l'autore di "Panchine"(Laterza2008)che potremo incontrare sabato pomeriggio alle 18 in piazzetta San Gemignano: "Stare in panchina,nel lessico attuale, è il contrario dello scendere in campo. Ma la panchina è l’ultimo simbolo di qualcosa che non si compra, di un modo gratuito di trascorrere il tempo e di mostrarsi in pubblico,di abitare la città e lo spazio. La panchina è un luogo di sosta,un’utopia realizzata". Aggiungerei che è anche un segno dei tempi.
Quando le badanti si ritrovano sulle panchine di piazza Italia perché ai tavolini del bar non sono gradite, quando un automobilista si lamenta perché la panchina sulla via del centro storico gli ostruisce la sosta ancorché vietata, quando certi sindaci del Nord-Est rimuovono le panchine dalle piazze per impedire la sosta a barboni e immigrati dalle vite annaspanti, allora ti accorgi che una panchina non sarà mai solo un oggetto d'arredo urbano. Acquista altro senso e significato, in linea con il suo tempo. Diviene luogo e segno di resistenza civile. Per testimoniare o difendere il rispetto di ritmi di vita sostenibili, l'integrazione, la sostenibilità ambientale, l'equità e la solidarietà. Per questo anche la Bottega Arcobaleno avrà sabato la sua panchina d'autore, ovviamente equa e solidale.
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