martedì 9 marzo 2010

L'indebita appropriazione della giornata dell'acqua

Anche nella nostra Bottega Arcobaleno avevamo raccolto le firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua, bene comune. Mentre quel testo giace nei cassetti delle commissioni parlamentari, ci toccherà ora raccogliere altre firme contro la privatizzazione della Giornata Mondiale dell'Acqua? In un pieghevole ricevuto in questi giorni, allegato a una rivista medica, viene sponsorizzata la Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo prossimo riportando in basso, appartato e pudico, il marchio Sanpellegrino (quella delle acque Claudia, Levissima, Panna, Pejo, Recoaro, S. Bernardo, S. Pellegrino e Vera) . Nessun stupore, in giro c’è altro. C’è il Progetto ‘Wet – Water Education for Teachers’. E' la terza edizione italiana. “L’iniziativa, promossa da Wet International Foundation e supportata da Sanpellegrino Spa (Neslé Waters), ha l’obiettivo di insegnare ai giovani il valore della risorsa acqua”. Sì, proprio così. Coinvolgerà le scuole primarie e secondarie di primo grado. I materiali didattici, che saranno distribuiti nei prossimi mesi, hanno ottenuto il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Dispiace che la scuola sia indotta, dalla miseria di risorse, ad accettare, turandosi il naso, gli aiuti della interessata Sanpellegrino-Nestlé Waters.
Dopo la privatizzazione dell’acqua siamo dunque alla privatizzazione della educazione al rispetto della risorsa acqua? Penso che affidare alla Sanpellegrino la campagna per la Giornata mondiale dell'acqua sia come affidare al gatto l'organizzazione della sagra del pesce. L'Antitrust di recente ha condannato, per “pratiche commerciali scorrette”, un’altra industria di acque minerali, la San Benedetto rilevando che : "I cosiddetti claim ambientali o verdi, diretti a suggerire o, comunque, a lasciar intendere o anche solo evocare il minor o ridotto impatto ambientale del prodotto o servizio offerto, sono diventati un potente strumento di marketing in grado di incidere significativamente sulle scelte di acquisto dei consumatori. Da terranauta.it: L’attribuzione a prodotti e servizi di false qualità ecologiche al fine di creare un’immagine positiva dell’azienda (o distogliere l’attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi) viene definita “greenwashing”, letteralmente “lavare col verde”. Un’operazione commerciale, né verde né etica. Una felina tentazione, come si vede, assai diffusa.
Il 20 marzo a Roma, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’acqua (22marzo), si tiene la manifestazione nazionale per bloccare le politiche di privatizzazione dell’acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme "L’acqua fuori dal mercato!"(le adesioni vanno inviate a segreteria@acquabenecomune.org) . Ed a questo punto non basterà neppure rinunciare ad uno sponsor imbarazzante e insegnare ai ragazzi - ed ai genitori -  a imbroccare l’acqua del rubinetto. La Nestlé sta cercando di comprare tutte le fonti di acqua commerciale, altri vorrebbero comprare il nostro rubinetto di casa. Quanto si vuole imporre sull’acqua e in ciascun territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda tutti i beni comuni, attraversa l’intero pianeta e vuol mettere sul mercato la vita delle persone. Come dice Padre Zanotelli: "Questo è l'anno dell'acqua, l'anno in cui noi italiani dobbiamo decidere se l'acqua sarà merce o diritto fondamentale umano. Sull'acqua ci giochiamo tutto, anche la nostra democrazia".
Severino (admin)

1 commento:

  1. Segnalo, e condivido, da La Nazione, cronaca Lunigiana ieri 10 marzo 2010
    ...Un appello a bere acqua dal rubinetto arriva dall’assessore al bilancio di Pontremoli Rolando Scatena che invita la Montana ad avviare l’annunciato progetto delle fontane pubbliche con acqua filtrata (anche gasata) per ridurre il consumo di quella minerale. “Si è calcolato- afferma Scatena – che Pontremoli potrebbe ottenere, oltre ai minori costi per lo smaltimento della plastica, un risparmio a famiglia di 250 euro l’anno a cui aggiungere quello delle mense scolastiche”. Scatena ha sollecitato Azga Nord a favorire il consumo di acqua pubblica.

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