giovedì 25 marzo 2010

Ad un concittadino dal multietnico DNA

Caro concittadino che al mercato del sabato tratti con disprezzo e scherno o con sorrisi beffardi e canzonatori altri miei concittadini dal colore olivastro e passaporto marocchino, dammi ascolto. Come saprai, oggi la scienza è in grado di mappare il DNA umano e presto sarà possibile derivarne annotazioni antropologiche. Si avvicina il tempo in cui potrai riconoscere il tuo DNA e l’origine dei tuoi geni. Quel giorno potrai vedere che il tuo DNA di pontremolese ha incorporato il seme dei pirati saraceni che raggiunsero l’Appennino dopo lo sbarco sulle coste delle Cinque Terre. Nel tuo DNA c’è il seme degli schiavi africani che i Romani portarono a lavorare alle cave delle Apuane e della Garfagnana, c’è il seme lasciato dai barbari invasori provenienti dall’Europa dell’Est, c’è il seme delle soldatesche di CarloVIII che violarono le donne di Pontremoli prima di bruciare la città e c'è tanto altro ancora.
Sei il frutto di mille contaminazioni, inestricabili mescolanze e incroci di geni. Il tuo DNA è un multietnico arcobaleno di colori, come quello di tutti gli umani. Scoprirai, quel giorno, che non avevi alcun motivo di guardare dall’alto in basso alcun altro concittadino né di considerare a te straniero un altro uomo. Vedrai, quel giorno starai meglio, anche in questa nostra piazza meticcia. Ti saluto, fratello.

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