Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica.
Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: dai produttori ai consumatori.
(art. 1 Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale)
L’idea del commercio equo e solidale nasce in Olanda negli anni ’60, da parte di alcuni organismi che già erano presenti in alcuni paesi economicamente meno sviluppati. Come primo passo aiutarono gruppi di contadini e di artigiani ad organizzarsi in cooperative capaci di raccogliere i loro prodotti e di avviarli all’esportazione. Contemporaneamente in Olanda fu fondata una cooperativa di importazione per fare entrare nel paese i prodotti.
In pochi anni la pratica del commercio equo e solidale si diffuse in tutta l’Europa Settentrionale, coinvolgendo migliaia di volontari e centinaia di associazioni.
Principi del commercio equo e solidale sono:
- Creare nuove possibilità d’impiego in un processo costante di acquisizione di dignità che permetta ai lavoratori un ruolo attivo nella definizione del proprio destino e nella partecipazione alla vita della propria comunità e del proprio paese;
- Creare condizioni di equità, sia nei rapporti di lavoro che nella retribuzione;
- Adottare materie prime ecologicamente compatibili e, per quel che riguarda i prodotti alimentari, di aumentare il numero di quelli provenienti da coltivazioni biologiche controllate;
- Prevenire l’indebitamento e creare sviluppo, tramite, all’atto della conferma dell’ordine della merce, la garanzia del pagamento anticipato dei prodotti fino al 60%.
>Scarica la Carta dei Criteri del Commercio Equo e Solidale
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